Tra le varie sottocategorie della fotografia troviamo la fotografia di viaggio: un genere che si rifà alla realizzazione di una documentazione dei paesaggi, delle persone, delle culture e dei costumi di un territorio che il fotografo visita appositamente per un lavoro che gli può essere commissionato oppure per motivi personali.
La fotografia di viaggio si sviluppa, soprattutto dall’avvento del digitale, in fotografia professionale e amatoriale. Infatti, le prima possiede sicuramente gli strumenti e il linguaggio adatto per raccontare visivamente un territorio e le emozioni che questo suscita; ma anche le fotografie che ognuno di noi scatta durante un viaggio qualsiasi possono raccontare molto delle sensazioni, seppur personali, di quell’avventura.
La storia della fotografia di viaggio
La storia della fotografia di viaggio ha inizio intorno al 1850, quando sono stati realizzati i primi apparecchi fotografici trasportabili. I primi fotografi a cimentarsi nella fotografia di viaggio sono stati: Francis Bedford, Giorgio Ponti, Maxime Du Camp, Solomon Nunes Carvalho, Francis Frith e James Ricalton. Tuttavia, proprio per la commistione di questo genere con quello del reportage, potrebbero essere annoverati come iniziatori di questo genere anche i primi fotoreporter.
Da citare come personaggio di spicco in questo periodo è Francis Frith, fotografo inglese che, agli inizi della seconda metà del XIX secolo, partì per un lungo viaggio fotografico a scopo turistico, che lo portò in Terra Santa ed Egitto. Qualche anno più tardi, nel 1888, a Washington, nasce la prima società che tramite le immagini, viaggi e scoperte, voleva:
Migliorare e diffondere le conoscenze geografiche e allo stesso tempo […] promuovere la protezione della cultura dell’umanità, della storia e delle risorse naturali
Questa società è quella che ad oggi conosciamo con il nome di National Geographic !
Continuando col breve excursus storico, tra i primi viaggi fotografici alla scoperta del mondo, non possiamo non citare l’avventura di Herbert Ponting del 1912. Durante una spedizione in Antartide, in condizioni di estrema difficoltà, con attrezzature ancora ingombranti e temperature glaciali, ha prodotto ben 1700 lastre.
Diversi anni più tardi, con la nascita della Kodak, che ha fatto della compattezza e versatilità delle sue macchine un cavallo di battaglia, la fotografia di viaggio inizia ad essere sempre più alla portata di tutti!
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La fotografia di viaggio: la dinamicità del genere
Il bello della fotografia di viaggio è che non vi è un soggetto di scatto fisso: non è un genere che determina a priori cosa si deve fotografare e cosa no. La fotografia di viaggio consente la massima libertà d’espressione e di creatività del fotografo. Per questo, molto spesso, la fotografia di viaggio va a coincidere con la fotografia di reportage oppure con la paesaggistica.
Tutto dipende dallo stile, del tutto personale, del fotografo. Ma soprattutto da ciò che il fotografo intende imprimere sui suoi scatti, cosa ritiene più interessante in termini di trasmissione di emozioni, tradizioni, cultura, del luogo in cui si trova. Per questo motivo, se il viaggio che in quel momento coinvolge il fotografo è tra la natura, in luoghi lontani dal caos cittadino e dall’influenza umana, il tipo di fotografie che verranno fuori saranno sicuramente improntate sui paesaggi. Al contrario, in un viaggio in una città, nella quale si possono catturare istanti di quotidianità e, dunque, di tradizione e cultura di quel paese, sarà più semplice produrre scatti che si avvicinano di più al genere del reportage.