L’idea di una raccolta d’immagini da riunire sotto il titolo di “Sguardi collaterali”, è scaturita da una reiterata e sperimentata separazione tra fotografia intesa come professione e allo stesso tempo vissuta come strumento di libera espressione creativa.
Lo sguardo collaterale, è uno scarto dell’occhio rivolto per caso o per destino di lato rispetto al soggetto focalizzato, quel movimento del collo verso un particolare incongruo e non pertinente, che risiede fuori del nostro campo della visione. Le quattordici immagini surreali, ironiche, drammatiche, mediate oppure colte nella loro immediatezza, costituiscono una raccolta di schegge diverse. Il loro unico legame è nascere da un impulso ribelle della visione, che distoglie lo sguardo dalla scena della routine professionale, e per puro impulso creativo indirizza la sua attenzione in modo collaterale verso un soggetto inaspettato e del tutto, o quasi, slegato dalle circostanze professionali. Una rivendicazione di libertà espressiva, che cerca profondità e spessore in un mondo in cui a volte i meccanismi della visione sembrano essere frettolosamente orientati e focalizzati entro limiti angusti e superficiali.
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