L’idea di una raccolta d’immagini da riunire sotto il titolo di “Sguardi collaterali”, è scaturita da una reiterata e sperimentata separazione tra fotografia intesa come professione e allo stesso tempo vissuta come strumento di libera espressione creativa.
Lo sguardo collaterale, è uno scarto dell’occhio rivolto per caso o per destino di lato rispetto al soggetto focalizzato, quel movimento del collo verso un particolare incongruo e non pertinente, che risiede fuori del nostro campo della visione. Immagini surreali, ironiche, drammatiche, mediate oppure colte nella loro immediatezza, costituiscono una raccolta di schegge diverse. Il loro unico legame è nascere da un impulso ribelle della visione, che distoglie lo sguardo dalla scena della routine professionale, e per puro impulso creativo indirizza la sua attenzione in modo collaterale verso un soggetto inaspettato e del tutto, o quasi, slegato dalle circostanze professionali. Una rivendicazione di libertà espressiva, che cerca profondità e spessore in un mondo in cui a volte i meccanismi della visione sembrano essere frettolosamente orientati e focalizzati entro limiti angusti e superficiali.
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