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Il ritratto ambientato: ogni scatto racconta una storia di vita vissuta

La fotografia di ritratto ha mille sfaccettature. Il ritratto, ancor prima di quello fotografico, ha una storia con radici antichissime. Nel passato, infatti, era di uso comune fra le famiglie aristocratiche commissionare a un pittore il proprio ritratto, per lasciare un segno della propria immagine alle generazioni future. Con la fotografia tale pratica si è ancor più diffusa e radicata, fino ad arrivare ai giorni d’oggi, nei quali la fotografia di ritratto diviene un genere gettonatissimo che ha dato vita a numerosi stili differenti.

Scrittrice Giapponese fotografata in occasione del premio Scanno. © Guido Fuà / Eikona

Oltre alla fotografia di ritratto tradizionale, infatti, vi è il ritratto fashion, il ritratto di lifestyle, il ritratto surreale, il ritratto ambientato, e tanti altri. Oggi vogliamo focalizzarci proprio su quest’ultima tipologia di ritratto, quello ambientato. La peculiarità di questo stile è il connubio fra il ritratto e l’ambiente circostante al soggetto. Un ritratto che strizza l’occhio anche alla fotografia di strada.

Il ritratto ambientato

Il focus della fotografia di ritratto è il volto del soggetto, le sue espressioni, le sue emozioni, i dettagli che che ne caratterizzano l’immagine. Il ritratto ambientato fa però un passo in più. In questo particolare stile, infatti, il focus dello scatto non è più soltanto il soggetto ma anche il contesto entro il quale quest’ultimo si trova: la strada di una città, la propria casa, il luogo di lavoro. Calare la persona nell’ambiente circostante dà un valore aggiunto allo scatto, ma soprattutto alle emozioni che questo può veicolare. Per questo, il ritratto ambientato è molto utilizzato nei servizi di reportage per l’editoria.

Ivano Fossati, Lisbona 1996, © Guido Harari

Ogni ritratto ambientato racconta una storia a sé.

Il protagonista dello scatto diviene parte integrante del contesto e il tutto è funzionale a veicolare uno specifico messaggio, uno stato d’animo. Il contesto entro il quale è immerso il soggetto può essere sia naturale che volutamente ricercato per lo scopo che ha in mente il fotografo. Ciò che conta è che il soggetto sia ben integrato con l’ambiente. Infatti, rispetto al ritratto tradizionale effettuato, ad esempio, in studio, il ritratto ambientato è caratterizzato da pose più spontanee e sfrutta al massimo la luce ambientale proprio per garantire un effetto che sia il più naturale possibile. Il soggetto e l’ambiente circostante devono entrare in sinergia.

Gianni Agnelli © Guido Harari

In questa tipologia di scatti ogni dettaglio contribuisce alla creazione del messaggio che si vuole trasmettere. Per questo, ogni singolo elemento deve entrare in rapporto con gli altri. La scelta del tipo di abbigliamento, di un accessorio, di una posa è finalizzato alla costruzione dell’immagine. Perché sono proprio i dettagli a dirci qualcosa in più sulla persona. Il rapporto sinergico fra soggetto e ambiente crea una coerenza visuale che permette di veicolare le autentiche sensazioni che nascono dal rapporto fra soggetto e ambiente. Per questo, si viene a creare un equilibrio che non vede mai la scena prendere il sopravvento sul soggetto, nonostante sia valorizzata al massimo.

Arnold Newman, il maestro del ritratto ambientato

Pablo Picasso,Vallauris, France, 1954, © Arnold Newman

Arnold Newman (1918-2006) può essere considerato come colui che ha dato il via al genere fotografico del ritratto ambientato. Newman, nonostante abbia sempre rifiutato l’etichetta “ritratto ambientato” attribuito al suo stile, è stato fra i primi ritrattisti ad aggiungere un qualcosa in più alla fotografia di ritratto. Il suo obiettivo, infatti, era quello di andare oltre il semplice arricchimento ambientale. Il messaggio del fotografo statunitense voleva essere quello di andare oltre il ruolo istituzionale dei soggetti per trasmettere la vera essenza della loro personalità, anche in relazione al loro ambiente. La forza evocativa dei suoi scatti sta proprio nel ritrarre i soggetti nei luoghi a loro più familiari, lontani dalla luci fredde degli studi fotografici.

Famoso per la sua innata capacità di catturare lo spirito e la personalità dei soggetti, davanti al suo obiettivo sono passati innumerevoli artisti di fama internazionale ma anche alcune delle figure più importanti al mondo. Fra i personaggi da lui ritratti si ricordano, oltre ai vari presidenti americani, star mondiali come Marilyn Monroe, artisti come Picasso e Dalì, ma anche Andy Warhol e musicisti come Igor Stravinsky.

Igor Stravinsky, New York, NY, 1960, © Arnold Newman

Il soggetto diventa parte dell’ambiente e proprio perché quell’ambiente gli è familiare, tira fuori in modo spontaneo le sue espressioni più naturali, autentiche e veritiere. Newman ha affermato: “Sono interessato a ciò che motiva le persone, cosa fanno con le loro vite, le loro personalità e come le percepisco e le interpreto”.

Considerato un maestro del ritratto ambientato Newman, con la sua innata capacità di trasmettere sempre un qualcosa in più, di andare oltre, ha segnato la storia della fotografia internazionale. Per questo i suoi scatti sono ancora così tanto acclamati.

Fonti:

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